Ogni anno, il 5 dicembre, si celebra la Giornata mondiale del volontariato, un’occasione per riconoscere l'impegno delle volontarie e dei volontari di tutto il mondo. Una recente indagine promossa da Forum Terzo Settore e Caritas Italiana rivela che gli italiani scelgono di fare volontariato principalmente per il desiderio di contribuire al benessere della comunità e per essere agenti di cambiamento.
Accanto ai fondamentali interventi in caso di calamità e a quelli occasionali presenti da sempre nel nostro Paese, c’è un impegno, anche continuativo e a lungo termine, che punta a cambiare in profondità le cose. In che modo?
La cura delle relazioni, la promozione del dialogo e il valore dell’incontro con i più fragili, gli ultimi. Le esperienze di volontariato portano a superare i confini dell’egoismo per abbracciare una visione più ampia di solidarietà e fraternità universale, con uno sguardo privilegiato ai più poveri. È un impegno che rende possibile la costruzione di luoghi in cui intrecciare storie e gettare insieme le basi per un futuro di speranza.
Una speranza che alimenta i volontari della Società di San Vincenzo De Paoli e li spinge a offrire, con spirito di gratuità, il proprio tempo e le proprie competenze al servizio degli altri. “Serviens in spe” – Al servizio, nella speranza è la frase latina riportata sotto il logo della Società San Vincenzo De Paoli. Ne racchiude il carisma. Questo motto mi è tornato subito alla memoria quando mi è stato assegnato il tema di questo numero del nostro giornale, il volontariato. Perché il servizio trova nutrimento nella speranza.
In un’epoca segnata dalla crisi dell’impegno e dei legami comunitari, lacerata da odio e violenza contro l’umanità, la speranza è il motore che spinge ad impegnarsi nel volontariato rendendo i volontari dei rivoluzionari, rivoluzionari del bene. E ogni rivoluzione che si rispetti comporta impegno e fatica.
Un concetto, quello dell’impegno, che caratterizza ogni volontario della Società San Vincenzo De Paoli e lo conduce a essere “in uscita”. A cercare i luoghi segnati dalla sofferenza. A ‘darsi’ gratuitamente per il bene dell’altro in linea con quanto sottolineato più volte da Papa Francesco sin dall’inizio del suo pontificato “Il mondo ha bisogno di volontari e di organizzazioni che vogliano impegnarsi per il bene comune”.
Fare volontariato implica tempo e fatica ma “ne vale la pena!”, dichiara uno dei volontari della Società San Vincenzo De Paoli presenti in Italia, “perché contribuisce a costruire una società più giusta, inclusiva e solidale, capace di scelte concrete e coraggiose. L’impegno è tanto perché non si arresta all’aiuto materiale”, continua. “Noi andiamo dove il bisognoso vive. Partecipiamo attivamente alla sua storia di vita. Instauriamo un rapporto diretto e personale con chi, oggi più che mai, non vive solo un bisogno di natura economica, ma sempre più sociale” conclude.
I volontari danno un focus particolare al sostegno verso le persone che vivono in situazioni di vulnerabilità. Questo li spinge a fare volontariato. “Ogni giorno cerchiamo e sosteniamo coloro che vivono ai margini della società, nelle zone più depresse del territorio. È un sacrificio quotidiano che offriamo con gioia”, afferma Antonella Catanzani, volontaria della Società San Vincenzo De Paoli di Terni e responsabile di diverse iniziative e progetti mirati a contrastare l’esclusione sociale e le diverse forme di marginalità.
“La nostra fede, unita alla speranza di cambiamento, ci spinge a compiere azioni concrete di aiuto, accompagnamento a chi si trova in momenti difficili, fornendo percorsi di supporto per superare le avversità” conclude la Catanzani.
In un momento storico pieno di sfide, conflitti e ingiustizie sociali è ancora più evidente notare che la vita di qualcuno può migliorare e che esistono uomini e donne che dedicano una parte considerevole del proprio tempo e delle proprie risorse al servizio degli altri. I volontari puntano a colmare il divario tra ricchi e poveri, promuovere l’inclusione e sostenere lo sviluppo affrontando le sfide con coraggio, dedizione e altruismo attraverso un impegno quotidiano.
La Società di San Vincenzo De Paoli con 15mila volontari in Italia, distribuiti in 1.150 realtà locali, ogni giorno è accanto a chi vive in condizioni di disagio. Questo gli consente di seguire ogni anno 30mila famiglie. Con amicizia e vicinanza, in un cammino di crescita, i volontari cercano di fare uscire la persona dalla condizione di povertà.
L’assistenza infatti non risponde solo al bisogno di aiuto ma è un modo per amare ed elevare la vita di chi è nel bisogno proprio come insegnava il beato Federico Antonio Ozanam “L’assistenza che umilia quando si preoccupa soltanto di garantire le necessità terrene dell’uomo, onora quando unisce al pane che nutre, la visita che consola, il consiglio che illumina, la stretta di mano che ravviva il coraggio abbattuto; quando tratta il povero con rispetto, non come un eguale ma come un superiore, giacché egli sopporta ciò che forse noi non sapremmo sopportare, giacché si trova fra noi come un inviato di Dio per provare la nostra giustizia e la nostra carità e per salvarci mediante le nostre opere” (da un articolo di Ozanam su “L’Ere Nouvelle”).