Famiglie più coese nonostante lo stress

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Pubblichiamo un estratto dell'articolo di Giordano Contu, che troverete sul prossimo numero della Rivista Le Conferenze di Ozanam:

Famiglie più coese nonostante lo stress

Le famiglie sono più coese. Lo sostiene uno studio del Centro di ricerche sulla famiglia dell’Università Cattolica. Nell'ultimo anno ci si è riappropriati della gioia di stare insieme, anche se abbiamo perso tante certezze e abitudini. Da quando il virus è entrato nelle nostre vite, le relazioni personali e le uscite si sono ridotte allo stretto necessario. Molti lavorano e studiano senza muoversi da casa. Cerchiamo di continuo notizie che aiutino a orientarci. Le madri tengono le redini della famiglia anche se è aumentato il loro carico di impegni. I giovani stanno riorganizzando la loro ricca interiorità sollecitata da stimoli talvolta contrastanti. I padri, più affaticati dalle restrizioni, assicurano un senso di coerenza a questa realtà caotica. Gli anziani sono un esempio di tenacia per tutti. Con Angela Pellecchia, psicologa e psicoterapeuta, abbiamo parlato di come è cambiata la vita di giovani e famiglie durante la pandemia. In attesa che venga sconfitta grazie ai vaccini.

Pellecchia, come ha influito la pandemia sulle famiglie?

Le famiglie si sono sentite vulnerabili, in preda a un nemico invisibile, il covid, e alle pressioni prodotte dai lockdown. Tutt'ora siamo privati della nostra normalità. Per un anno abbiamo fatto i conti con la rapidità con cui ci venivano richiesti dei cambiamenti. Le famiglie si sono ritrovate a condividere gli stessi strumenti tecnologici e gli stessi ambienti per il lavoro e lo studio: per alcune, specialmente le più benestanti, ciò è stato una risorsa, per altre è stato motivo di conflitti e tensioni. Alcune si sono adattate ai nuovi stili di vita imposti, altre sono andate letteralmente in tilt. In tanti casi, le famiglie hanno potuto riappropriarsi del tempo condiviso perché i momenti trascorsi insieme sono stati sicuramente maggiori. La maggior parte di noi non c'era più abituata perché prima del covid si usciva di casa presto e si rientrava a tarda sera. Anche il tempo passato con i figli si è molto dilatato. Invece, purtroppo, laddove c'erano già problemi e violenze, le chiusure hanno avuto riverberi disastrosi.

Le restrizioni di vario tipo come hanno influito sull'interiorità dei ragazzi?

All'inizio, soprattutto nel primo lockdown, sono state vissute in modo rassicurante, come una misura contenitiva e protettiva. Poi, quando si è visto che la situazione non migliorava, che le regole si protraevano nel tempo e che le restrizioni non erano più solo temporanee, ciò ha avuto degli effetti negativi sul nostro benessere psicologico. La chiusura delle scuole ha influito molto sull'interiorità di bambini e ragazzi, perché la scuola è il luogo dove si costruiscono relazioni significative. Ai bambini della primaria, in genere, è stata garantita la frequenza. Questo non è avvenuto per la maggior parte degli adolescenti che, invece, ha fatto molta didattica a distanza, privandoli della socialità, ovviamente al fine di proteggerli. Ciò li ha isolati dalle relazioni reali provocando un effetto potentissimo su di loro. Noi ci nutriamo di relazioni, perché attraverso l'identificazione con l'altro conosciamo noi stessi, costruiamo la nostra persona. Ora questo non sta avvenendo e non può essere sostituito dalle relazioni virtuali.

Come sono cambiati i rapporti tra figli e genitori?

Ho avuto un deciso riscontro riguardo la fragilità delle mamme. Soprattutto quest'anno si sono trovate spesso a dover lavorare da casa in smartworking, a gestire la scuola a distanza dei figli e a prendersi cura della casa. La figura femminile è stata ancora una volta sovraccaricata in modo iniquo. Certo, ci sono anche coppie che si sono organizzate bene. Ma se prima con la scuole materna e primaria in presenza, con gli oratori e il doposcuola, gli insegnanti accompagnavano i bambini nello studio, adesso la Dad prevede un carico in più per le madri. Inoltre l'aiuto dei nonni, una risorsa importante per i nipoti, è venuto meno in quanto andava salvaguardata la loro salute.

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