Lucia

Puoi presentarti brevemente: il tuo nome, cosa ti piace fare, qualche aggettivo che ti descrive?

Sono Lucia, amo stare all’aria aperta, camminare in montagna, trascorrere tempo di qualità con la mia famiglia e gli amici.
Faccio pilates da qualche anno, mi aiuta a rilassarmi e liberarmi dalle fatiche e dallo stress delle giornate più intense.
Mi ritengo una persona affidabile, concreta, a cui piace donare senza necessariamente ricevere, empatica e tenace.

Da quanto tempo fai arrivare il tuo aiuto a bambini, donne e uomini nei paesi più poveri tramite la San Vincenzo?

La prima adozione a distanza risale a più di 12 anni fa.
Come vola il tempo.

Perché hai scelto di sostenere il Settore Solidarietà della San Vincenzo, cosa ti ha spinto?

Conosco una persona che lavora nel Settore, di cui ho estrema fiducia e ammirazione.
Non ho quindi avuto dubbi nel scegliere questa associazione.
La scelta, invece, arriva da lontano.
Mia nonna materna, fin quando è stata in vita, ha sempre sostenuto un bimbo a distanza.
E’ un ricordo che mi ha sempre accompagnata e mi ero ripromessa, quando l’età me lo avrebbe permesso, di portare avanti questo bel gesto.

Cosa significa per te essere una donatrice/un donatore?

Poter essere goccia nel mare.
Perché il mare non è altro che tante gocce messe assieme.
A volte ci si chiede cosa e come fare per fare qualcosa di buono: a volte basta solo essere goccia.

Una parola per descrivere il Settore?

Difficile trovare una sola parola per descrivere un gesto tanto piccolo quanto importante.
Riassumere le innumerevoli sensazioni ed il sapere di aver fatto la cosa giusta è indescrivibile.

Che cosa vuol dire per te aiutare chi ha bisogno e come ti fa sentire?

Esserci.
Talvolta non serve fare molto.
O meglio, poco o tanto talvolta non contano.
Conta il fare.
Accogliere, farsi dono.
Fare qualcosa per qualcuno penso sia il più grande gesto d’amore che non può far altro che far stare bene.
Perché il bene genera bene.

Consiglieresti di diventare donatori?

Certamente. Ancora non lo siete?

Pensi che sia utile parlare alle altre persone, amici, familiari, anche chi ci legge o ci ascolta, dell’esperienza di donare?

Ci credo perché io, in primis, ho iniziato grazie al racconto di un familiare.
Non sempre siamo a conoscenza di quanti e quali modi ci sono per essere sale nella vita di qualcuno.
Condividere queste esperienze ed emozioni può avvicinare anche altri o essere la scintilla che li porta ad agire concretamente.

C’è un pensiero che vuoi condividere con noi e con tutti coloro che ci leggono o ci ascoltano?

Credo che ognuno di noi possa fare tanto.
Nei piccoli gesti quotidiani e con costanza anche nel tempo.
Basta iniziare, non stare immobili.
Provare, mettendo da parte i soliti “ma”, “un giorno”, “forse potrei”.
Qui e ora è il momento di fare qualcosa per noi e per il prossimo.
Che sia il nostro vicino di casa o uno sconosciuto dall’altra parte del globo.

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