Premio Castelli: Radio Vaticana intervista Paola Da Ros

Oltre 220 gli elaborati arrivati alla giuria dagli istituti di pena di tutta Italia, segno che il Premio letterario Carlo Castelli, per i ristretti che hanno voglia di esprimersi attraverso la scrittura anche per far conoscere la propria realtà a chi è fuori, è ormai considerato un’istituzione, tanto da aver ricevuto il patrocinio del Dicastero Vaticano per la Comunicazione, della Camera, del Senato e del Ministero della Giustizia italiani. E la straordinarietà di un’edizione ricaduta proprio nel 25.mo anniversario dalla morte del volontario penitenziario da cui il concorso prende in prestito il nome, è sottolineata dalla presidente nazionale della Società San Vincenzo De Paoli, Paola Da Ros: “Quest’anno, per la prima volta in tanti anni, alla premiazione hanno potuto partecipare tutti e tre gli autori degli elaborati premiati, una ristretta ha dovuto attraversare quasi tutta l’Italia per venire a Torino – racconta a Vatican News – per questo è stata una forte emozione ascoltare i testi letti dalle loro voci, ringraziamo del fatto che questo sia stato possibile”.

La speranza vince sempre… anche i premi letterari

Al primo posto si è classificato il testo “Con le mani sfiorite” scritto da una detenuta che, pur ripercorrendo i fatti più dolorosi della propria vita senza edulcorarli, non si lascia vincere dalla disperazione, ma, anzi, permette alla speranza di entrare nella sua cella e di tornare a illuminarle la vita. “Questo racconto è stato premiato con il consenso unanime della giuria – testimonia la presidente – la speranza di cui si parla qui non è la speranza di riconquistare una libertà effettiva, ma la libertà interiore, assai più importante. Questa è un po’ la sintesi dello spirito vincenziano e poi, come dice Papa Francesco, le carceri dovrebbero sempre avere una finestra e un orizzonte da vedere anche quando la pena è perpetua, perché senza orizzonte nessuno può cambiare”. Secondo, invece, si è piazzato lo scritto "Scene di una prigionia" e terzo "I... se...".

Oltre 220 gli elaborati arrivati alla giuria dagli istituti di pena di tutta Italia, segno che il Premio letterario Carlo Castelli, per i ristretti che hanno voglia di esprimersi attraverso la scrittura anche per far conoscere la propria realtà a chi è fuori, è ormai considerato un’istituzione, tanto da aver ricevuto il patrocinio del Dicastero Vaticano per la Comunicazione, della Camera, del Senato e del Ministero della Giustizia italiani. E la straordinarietà di un’edizione ricaduta proprio nel 25.mo anniversario dalla morte del volontario penitenziario da cui il concorso prende in prestito il nome, è sottolineata dalla presidente nazionale della Società San Vincenzo De Paoli, Paola Da Ros: “Quest’anno, per la prima volta in tanti anni, alla premiazione hanno potuto partecipare tutti e tre gli autori degli elaborati premiati, una ristretta ha dovuto attraversare quasi tutta l’Italia per venire a Torino – racconta a Vatican News – per questo è stata una forte emozione ascoltare i testi letti dalle loro voci, ringraziamo del fatto che questo sia stato possibile”.Ascolta l'intervista con Paola Da Ros: La speranza vince sempre… anche i premi letterari Al primo posto si è classificato il testo “Con le mani sfiorite” scritto da una detenuta che, pur ripercorrendo i fatti più dolorosi della propria vita senza edulcorarli, non si lascia vincere dalla disperazione, ma, anzi, permette alla speranza di entrare nella sua cella e di tornare a illuminarle la vita. “Questo racconto è stato premiato con il consenso unanime della giuria – testimonia la presidente – la speranza di cui si parla qui non è la speranza di riconquistare una libertà effettiva, ma la libertà interiore, assai più importante. Questa è un po’ la sintesi dello spirito vincenziano e poi, come dice Papa Francesco, le carceri dovrebbero sempre avere una finestra e un orizzonte da vedere anche quando la pena è perpetua, perché senza orizzonte nessuno può cambiare”. Secondo, invece, si è piazzato lo scritto "Scene di una prigionia" e terzo "I... se...". Il palco della premiazione del Carlo Castelli 2023 Il palco della premiazione del Carlo Castelli 2023 Un premio che non si esaurisce con la premiazione Come sempre, la strada del Premio Castelli edizione 2023 è tutt’altro che terminata: per tutto l’anno, infatti, sono previste letture formative nei seminari e nelle scuole che porteranno i racconti fuori dalle mura carcerarie; punto di riferimento in questo senso sarà l’antologia che verrà data alle stampe e che conterrà oltre al racconto vincitore anche gli altri due testi premiati, che hanno al centro rispettivamente temi quali la povertà spirituale in carcere e il dramma dei suicidi, e i dieci che hanno ricevuto una menzione speciale. Quanto ai premi in denaro consegnati, in parte saranno devoluti a progetti riguardanti il mondo carcere e a tal proposito era presente alla premiazione anche un giovane ospite dell’ipm di Bari con un educatore di riferimento. “Credo che il nostro concorso abbia una grande valenza pedagogica – conclude Da Ros – ascoltare il racconto della vita che si fa in carcere, infatti, specie nelle scuole che sono il contesto principale in cui si forma la coscienza civile, aiuta ad allontanare i giovani dalla delinquenza”. A tal fine sono stati organizzati anche alcuni appuntamenti a latere della premiazione: l’incontro con le cooperative impegnate nel reinserimento dei detenuti, dal titolo “Carcere fuori. Realtà oltre le mura” e il corso di formazione per giornalisti “Il carcere visto da fuori” su come comunicare sulla stampa questa realtà, promosso dall’Ucsi, l’Unione cattolica stampa italiana. La platea presente nel carcere di Torino La platea presente nel carcere di Torino
Il palco della premiazione del Carlo Castelli 2023

Un premio che non si esaurisce con la premiazione

Come sempre, la strada del Premio Castelli edizione 2023 è tutt’altro che terminata: per tutto l’anno, infatti, sono previste letture formative nei seminari e nelle scuole che porteranno i racconti fuori dalle mura carcerarie; punto di riferimento in questo senso sarà l’antologia che verrà data alle stampe e che conterrà oltre al racconto vincitore anche gli altri due testi premiati, che hanno al centro rispettivamente temi quali la povertà spirituale in carcere e il dramma dei suicidi, e i dieci che hanno ricevuto una menzione speciale. Quanto ai premi in denaro consegnati, in parte saranno devoluti a progetti riguardanti il mondo carcere e a tal proposito era presente alla premiazione anche un giovane ospite dell’ipm di Bari con un educatore di riferimento. “Credo che il nostro concorso abbia una grande valenza pedagogica – conclude Da Ros – ascoltare il racconto della vita che si fa in carcere, infatti, specie nelle scuole che sono il contesto principale in cui si forma la coscienza civile, aiuta ad allontanare i giovani dalla delinquenza”. A tal fine sono stati organizzati anche alcuni appuntamenti a latere della premiazione: l’incontro con le cooperative impegnate nel reinserimento dei detenuti, dal titolo “Carcere fuori. Realtà oltre le mura” e il corso di formazione per giornalisti “Il carcere visto da fuori” su come comunicare sulla stampa questa realtà, promosso dall’Ucsi, l’Unione cattolica stampa italiana.

Premio Carlo Castelli 2023 XVI Edizione Torino
Premio Carlo Castelli 2023 XVI Edizione Torino
La platea presente nel carcere di Torino
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