Volontari due volte

“Volontari due volte, l’azione pro-sociale della Società di San Vincenzo De Paoli” è la prima indagine statistica che sia mai stata realizzata su un campione tanto vasto di operatori di un’Associazione del Terzo Settore. Alla ricerca hanno partecipato più di 1.300 consorelle e confratelli in tutta Italia.

Dalle loro interviste sono emersi particolari estremamente interessanti che hanno permesso di comprendere meglio le dinamiche del volontariato, ma anche di scoprirne i punti di forza e, inevitabilmente, alcune debolezze. Il Professor Andrea Salvini, ordinario di Sociologia Generale presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università di Pisa, ha raccolto i risultati della ricerca in un volume, che è stato presentato nel corso di una conferenza stampa organizzata lo scorso 25 febbraio all’Hotel Casa Tra Noi di Roma.

Sul palco, al posto del consueto tavolo, troviamo un salotto accogliente, arredato con poltrone e tavolini, che abbattono ogni barriera tra uditorio e relatori: “Perché il volontariato è così – afferma il Dott. Antonio Gianfico, Presidente della Federazione Nazionale Società di San Vincenzo De Paoli, all’apertura dei lavori – è un gruppo di amici che si vogliono bene e, tutti insieme, collaborano con l’obiettivo di aiutare gli altri”.

E, a chi è preoccupato perché osserva che, tra i volontari l’età media è generalmente elevata, Mons. Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, osserva: “Oggi, una delle ricchezze più grandi della società, siamo noi anziani. E noi rappresentiamo la sconfitta maggiore del nemico della vecchiaia, che è l’idea che ne abbiamo: quella di essere uno scarto. Non siamo uno scarto! Anzi, siamo una grande ricchezza che deve essere testimoniata, vissuta e detta. Attraverso la nostra presenza noi offriamo una testimonianza di cosa vuol dire convertirsi ed essere discepoli di Gesù, anche quando il mondo pensa che la nostra vita sia giunta alla fine. Tutt’altro!”.

Monica Galdo, membro della Giunta nazionale e coordinatrice della ricerca, sottolinea come, i protagonisti di questa indagine, fortemente voluta dal Presidente Gianfico, siano proprio i volontari: “La ricerca non è stata calata dall’alto. È stato un percorso, un continuo confronto in tutte le fasi dello studio”. E, lungo il cammino, sono arrivati anche degli ostacoli imprevisti, come la pandemia.

Il perché del titolo “Volontari due volte” lo spiega il Prof. Andrea Salvini, che ricorda come La Società di San Vincenzo De Paoli sia una realtà che è contemporaneamente Ente del Terzo Settore, ed anche organizzazione di laici cattolici. Questa convivenza di due anime offre molte ricchezze, ma anche qualche punto di debolezza, esponendo l’Associazione alle difficoltà comuni a tutto il mondo cattolico, come la “presa di distanza” da parte delle nuove generazioni, che talvolta preferiscono impegnarsi in un “volontariato individuale” anziché riconoscersi in una forma associativa. Il Prof. Salvini riprende poi il tema dello “scarto” introdotto da Mons. Vincenzo Paglia, sottolineando che i volontari anziani non devono essere considerati un peso, ma una risorsa. “Perché gli anziani sono persone che hanno davanti ancora almeno 15 anni di salute accettabile, in cui poter mettere le loro competenze al servizio dell’Associazione”.

Ecco che serve un progetto di valorizzazione dei volontari e delle volontarie anziane. Bisogna lavorare su questo punto. E, a cascata, sul rapporto con i giovani: “Dobbiamo aprire loro le porte e permettergli di diventare protagonisti”. “Occorre poi essere disponibili a modificare le strutture organizzative, se questo può servire ad aumentare il livello di presenza dei giovani nelle organizzazioni”.

Ma aprirsi significa anche fare rete, parlare di più con gli assistenti sociali, con enti ed istituzioni, con altre organizzazioni del Terzo Settore, con professionisti. Questa apertura può rivelarsi utile per affrontare un altro problema emerso dall’indagine: l’insofferenza verso la troppa burocrazia introdotta dalla Riforma. “Dobbiamo aprirci alle reti per sviluppare la capacità di fronteggiare le difficoltà della burocrazia, anche avvalendoci della collaborazione con professionisti esterni”.

Suggerimenti ripresi dal Prof. Francesco Vasca, dell’Università del Sannio, che osserva come dalla proposta di “Volontari due volte” emerga un modello espansionistico dell’universo associativo e non restrittivo: “La sfida è la promessa della costruzione di nuove relazioni. Una traccia per la costruzione di un percorso di speranza per il futuro”.

Appello e pensiero condiviso anche dalla Dott.ssa Chiara Tommasini, Presidente di CSVnet che esorta ad intensificare la collaborazione con i Centri di Servizio diffusi in tutta Italia. “Occorre essere un po’ strabici – è l’osservazione della Dott.ssa Vanessa Pallucchi, Portavoce del Forum del Terzo Settore – guardare con un occhio a noi, al nostro interno e con l’altro all’esterno, ponendo attenzione ai cambiamenti sempre più accelerati della società che ci circonda”.

Un aprirsi che, per Andrea Tornielli, Direttore Editoriale del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, è anche comunicare. L’invito è quello di comunicare di più attraverso le storie: “non dobbiamo aver paura di portare all’esterno proprio la testimonianza di chi abbiamo aiutato. Il vedere che esiste chi cambia la propria vita perché c’è qualcuno che lo aiuta, il rendersi conto che, anche quando il mondo sembra andare dall’altra parte, c’è qualcuno che dedica una parte considerevole del proprio tempo e delle proprie risorse al servizio degli altri, è qualcosa che ha un fortissimo potenziale comunicativo. Ed è di questo – esclama - che i media hanno bisogno!”.

Luca Liverani, giornalista di Avvenire, sottolinea come sia proprio la Società di San Vincenzo De Paoli ad essere in prima linea nel combattere la cultura dello scarto, ogni volta che si avvicina ad un bisognoso. “Faccio i complimenti per la ricerca – commenta l’On. Luigi Bobba, Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e primo firmatario della Legge del Terzo Settore – al Presidente Gianfico. Anch'io conosco bene la Società di San Vincenzo De Paoli, perché mia mamma ne faceva parte”.

Il Presidente della ConVol Ermes Carretta richiama l’attenzione sull’importanza della formazione, indispensabile per creare senso di appartenenza in quei volontari, giovani e non solo, che si avvicinano alle Associazioni in modo scostante. Il Prof. Stefano Zamagni economista ed accademico, ricordando il pensiero del Beato Federico Ozanam, fondatore della Società di San Vincenzo De Paoli, osserva come il volontario vincenziano offra molto di più di un dono materiale, perché parte di quel dono è proprio la relazione di amicizia che instaura con la persona che aiuta. Un aspetto fondamentale se pensiamo che nelle nostre società il bisogno non è quasi mai solo di natura economica, ma sempre più sociale. Sul tema del volontariato “episodico”, torna anche il Dott. Renato Marinaro, Responsabile Area Nazionale Promozione Caritas, che suggerisce di non sottovalutare questo potenziale che va invece intercettato.

La Dottoressa Alessandra Ferraro, Capo Redattore TGR Rai Aosta e Vaticanista di Porta a Porta, si riaggancia all’invito di Tornielli, invitando i volontari a comunicare di più e comunicare meglio, anche attraverso le storie delle persone aiutate, che possono essere un esempio ed una guida per molti altri.

Una ricerca coraggiosa, che offre innumerevoli spunti utili alla Società di San Vincenzo De Paoli ed a tutte le altre Associazioni del Terzo Settore “Perché si arrivi – conclude il Presidente Nazionale della Società di San Vincenzo De Paoli – a quella rivoluzione del bene che deve scaturire dal Volontariato, che è ponte tra chi vive il disagio e le Istituzioni”.

Indietro