C’è una parte dell’Italia, quella debole, fatta di persone fragili che, a causa della pandemia, può soffrire più delle altre. Accanto a questa fascia della popolazione troviamo decine di migliaia di volontari che operano quotidianamente in mense, dormitori, empori solidali, centri d’ascolto ed in tutte le altre realtà del Terzo Settore.
Di fronte ad un nemico invisibile come il coronavirus, è indispensabile tutelare sia le persone fragili, sia chi, in tanti modi, se ne prende cura. Perché l’interruzione dei servizi di prossimità, a causa dell’aggravarsi dell’emergenza Covid-19, non solo rischia di generare danni incalcolabili proprio alle fasce più deboli della popolazione, ma anche di costringere un numero importante di persone, a riversarsi sulle strade per cercare alternative e mezzi di sostentamento improvvisati. In questo momento pandemico, le attività di assistenza non solo portano sollievo, ma contribuiscono anche al contenimento del contagio grazie alla possibilità di offrire interazioni sociali in un ambiente protetto.
Consapevole di questo, il Coordinamento interregionale Piemonte e Valle d’Aosta ha coinvolto il Politecnico di Torino, l’Ordine dei Medici, Caritas e Casa di accoglienza del Cottolengo, per individuare le linee guida che permettano di continuare a restare accanto alle persone più fragili, minimizzando il rischio di contagio. E’ nato così il rapporto: “Il terzo settore riparte in sicurezza”, che è stato corredato da una serie di infografiche di facile ed immediata la lettura.
Sul sito web: https://www.impreseaperte.polito.it/i_rapporti/il_terzo_settore_riparte_in_sicurezza è disponibile il documento integrale corredato da tutte le infografiche complete.